Il Santuario di Santa Maria delle Armi si trova nei pressi di Cerchiaria di Calabria (Cs), alle pendici del monte Sellaro, noto anche come Monte Santo (1015 mt. Slm). Il posto gode di una sublime vista panoramica che abbraccia la pianura di Sibari e il Golfo di Taranto. Questo pregiato luogo di culto è di origine medievale e il suo nome deriva dal greco (Ton armon) e significa ‘delle grotte, degli anfratti’. L’attuale santuario occupa un antico luogo monastico di origine bizantina. Nel X secolo nella vita di San Saba veniva citato un Monachus ascetarii Armon (un monaco proveniente dall’ascetario delle Armi) e poco più avanti si parla dell’esistenza del noto monastero bizantino di Sant’Andrea, gestito dagli abati (egumeni) Pacomio e San gregorio da Cerchiara. Dopo un ipotetico periodo di incuria, nel corso del XV secolo il Santuario torna ad essere di nuovo visitato dai pellegrini. Nel 1517, Marino Tomacelli di Napoli, vescovo di Cassano con una bolla ufficiale, dona il giuspatronato della chiesa alla Universitas Civium Circlarii (all’epoca municipio di Cerchiara) in quanto aveva realizzato fondamentali lavori di restauro. In seguito i signori di Cerchiara, i principi Sanseverino di Bisignano e i Pignatelli di Cerchiara grazie alle loro offerte ampliarono il complesso monumentale, che comprendeva un loggiato, gli altari, gli affreschi e la cappella dedicata alla Madonna. Il Santuario fino ai primi decenni del XVIII secolo è stato una Pia Casa di Carità le cui attività erano soprattutto destinate ad accogliere e a istruire gli orfani e le persone indigenti.

Un’antica leggenda narra che nel 1450 nel corso di una battuta di caccia, alcune persone di Rossano avevano visto una cerva che si andava a nascondere in un piccolo antro del monte Sellaro. Incuriositi avevano seguito l’animale fin dentro la spelonca. Arrivati all’interno della grotta la cerva era scomparsa e c’erano due icone di legno che rappresentavano i Santi evangelisti. I cacciatori presero le tavolette e le riportano a Rossano da dove sparirono e furono ritrovate nell’antro dove erano state rinvenute. In seguito a questo evento gli abitanti decisero di ergere una piccola cappella per custodirle. Nel corso dei lavori di costruzione della cappella un fabbro, che per caso aveva sempre tra le mani una pietra ovale, preso dall’esasperazione la ruppe in due e da una parte la pietra custodiva l’immagine della Madonna con il Bambinello e l’altra faccia la sagoma di San Giovanni Battista. La prima faccia della pietra è custodita nella chiesa, in una cappella composta di marmi policromi e l’altra come sostiene la tradizione locale è stata trasportata nella Repubblica di Malta.

All’interno della chiesa, nella cappella situata a sinistra della navata centrale, detta Cappella Pignatelli, è posizionata una lapide di marmo in ricordo della sepoltura del principe Valerio Pignatelli di Cerchiara, autore di numerosi romanzi ambientati nel periodo napoleonico il cui protagonista è Andrea Pignatelli di Cerchiara, ufficiale al seguito di Gioacchino Murat.

Il 25 aprile per gli abitanti di Cerchiara di Calabria non è solo la festa della Liberazione ma celebrano anche la festa in onore della Madonna delle Armi. Un corteo molto caratteristico che intona inni alla Madonna percorre a ferro di cavallo i sentieri montuosi e poi ritorna al Santuario. In questo giorno molte persone fanno dei picnic nei boschi e aprono le danze al suono di strumenti particolari caratteristici del posto. La festa in onore della Madonna delle Armi è stata istituita nel 1846 poiché gli abitanti del posto avevano salvato il raccolto messo in pericolo dalla forte afa grazie a una grazia ricevuta per intercessione della Madonna. A partire dal 1500 il Santuario è gestito dai membri della comunità civica di Cerchiara.